Ecco a voi la "Picciola memoria" di Spallanzani conservata all'interno del Museo di Storia per l'Università di Pavia. Con questa memoria il Professore si Storia Naturale ci mostra come egli suole combinare la parte sistematica della scienza che insegna con lo spirito di osservazione:
"I. A me preme prima di ogni altro d’imprimer bene nella mente de’ giovani ciò che io intendo per spirito di osservazione. Lo che a mio avviso io non posso meglio dar loro ad intendere quanto trattenendomi con esso loro di un oggetto che sia stato eccellentemente esaminato da qualche grande osservatore come da un Malpighi, da un Lionnet, da un Réaumur. Allora facilmente giungono a capire non essere lo spirito di osservazione che una facoltà di ben ben comprendere un oggetto in tutte le sue parti, di scoprirne i rapporti, di combinarli fra loro, e con gli altri esseri, per giungere allo scoprimento di qualche verità od utile conseguenza. Premesso la qual nozione, io mostro a’ giovani quali requisiti richieggansi per lo spirito d’osservazione e quali oggetti giovi osservare”.“II. [...] io comincio a metter loro sott’occhi, che per bene disporsi nell’osservare torna sovente l’essere diciam così tavola rasa intorno al soggetto da esaminarsi. [...] Ed essendone più o meno informati, giova almeno il prescinderne allora, così che sian disposti a non ricevere che quelle idee, che esaminando l’oggetto si comunicano all’animo col mistero de’sensi”. L’osservatore oltre ad essere libero e scevro da ogni prevenzione di partito, deve anche “esser libero e scevro... da qualunque spirito di sistema. La prevenzione io la paragono a certi occhiali mal fatti, che alterano più o meno i colori e la proporzione degli oggetti"
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